Essere Presidenti di una Associazione – di Raffaella Milandri

Sono stata socia in diverse associazioni, prima di decidere di fondare la Omnibus Omnes Onlus e di diventarne Presidente. Lo confesso: per un motivo o per un altro, quello di Presidente mi è sempre sembrato un ruolo scomodo. E non parlo del fatto che in molti casi il Presidente è il responsabile legale, e che è spesso soggetto a mille critiche: è un ruolo che richiede attenzione, scrupolo, e una precisa conoscenza di leggi e regole, ma questo si può fare. Parlo del fatto invece di organizzare, promuovere, dare una immagine e una linea ben precise ad una associazione. Il Presidente è sempre in prima linea, o almeno dovrebbe esserlo, per rappresentare un gruppo di soci con un fine sociale normalmente benefico, gratuito e magari nobile. Da un lato, molte persone non vogliono tutte queste responsabilità; dall’altra, chi cerca gloria, onore e visibilità spesso si trova con un pugno di mosche. E con una mole di lavoro immane da portare avanti.

In ogni caso, eccomi qua: sono la Presidente di una Onlus. E’ un compito faticoso e, alle volte, ho l’impressione che smettendo di “remare” duramente, la “barca” si fermi. Ma per fortuna, vi sono sempre, tra i soci, persone che riescono a darti nuovo vigore e a farti riprendere i remi in mano. La risorsa numero uno di una associazione sono i soci: ognuno va valorizzato, e come in una vera gestione aziendale, le risorse umane vanno amministrate: va scoperto il vero talento di ognuno, che magari nel lavoro o in famiglia non viene tesaurizzato; va incoraggiato l’interesse personale di ognuno, portandone allo scoperto anche i sogni. Il Presidente deve avere un ego flessibile, pronto a delegare; ma deve anche imporre una disciplina, necessaria quando si mettono insieme tanti ego di foggia diversa. Il Presidente deve essere sempre pronto a dire “bravo” a tutti, e a non ricevere alcun encomio o pacca sulla spalla. La soddisfazione intrinseca deve venire dai risultati,  dall’avere un direttivo compatto, e dalla armonia generale. Per qualche motivo, facilmente il Presidente viene identificato in figure preesistenti nelle nostre vite: un maestro, un capo ufficio, un capitano di squadra. Figure spesso amate, ma alle volte criticate e odiate. In caso di contrasti forti, un socio trova subito la soluzione: uscire dalla associazione. Ma è una sconfitta del Presidente e della associazione stessa: bisogna evitare discordie, e , per fare questo, occorre moderare. La domanda è: ma tutto questo lavoro, con grattacapi, ore e ore di impegno, vale la pena?  Assolutamente sì.  Per me, basta ricordare i momenti di questo video , quando abbiamo consegnato 60 borse di studio a studenti di Arquata del Tronto, grazie alla raccolta Insieme per Arquata a favore dei cittadini del paese terremotato. I sorrisi di questi ragazzi mi hanno dato “carburante”, stimolo e energia per proseguire e per lanciare nuove iniziative. E per rimettermi a testa bassa a lavorare.

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